Tempo libero - Si discute sull’iniziativa della FCI. La Federazione richiede 25 euro all’anno per partecipare a gare amatoriali e cicloraduni. Pegoiani: «Non è un obolo. Evita l’anarchia»

Sulle testate nazionali, forse in modo troppo sbrigativo, è stata ribattezzata la “tassa sul sudore”: è la Bike Card, il canone di 25 euro che, dal 2018, sarà necessario pagare per potersi mettere alla prova come cicloamatore, partecipando a gare e raduni, qualora non si sia iscritti alla Federazione Ciclistica Italiana (FCI) o agli enti di promozioni che hanno sottoscritto l’accordo.
La definizione - come i primi articoli usciti sulla stampa - non è proprio piaciuta agli organi direttivi della Federazione che si è difesa a spada tratta: il presidente, Renato Di Rocco ha dichiarato «che non è affatto una tassa, ma il frutto di un’iniziativa politica volta a combattere chi tenta di fare concorrenza sleale utilizzando i fondi pubblici. Il ricavato, nell’ordine dei 70-80 mila euro annui, non potrà certo andare a coprire il bilancio della FCI e quindi ogni illazione è priva di senso»...
La definizione - come i primi articoli usciti sulla stampa - non è proprio piaciuta agli organi direttivi della Federazione che si è difesa a spada tratta: il presidente, Renato Di Rocco ha dichiarato «che non è affatto una tassa, ma il frutto di un’iniziativa politica volta a combattere chi tenta di fare concorrenza sleale utilizzando i fondi pubblici. Il ricavato, nell’ordine dei 70-80 mila euro annui, non potrà certo andare a coprire il bilancio della FCI e quindi ogni illazione è priva di senso»...
LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SULL'EDIZIONE DI MONDO PADANO IN EDICOLA FINO A GIOVEDI 25 GENNAIO, OPPURE ABBONANDOTI SU WWW.MONDOPADANO.IT
00:00|January 22, 2018
Paolo Reale