L'intervista - Il vicesegretario di Azione analizza la politica nazionale ed europea in vista delle elezioni: «Noi siamo all’opposizione di questo governo, ma siamo anche all’opposizione di questa opposizione "a prescindere" che non soddisfa il primo requisito che deve avere un’opposizione, cioè fornire un’alternativa».
Come voteranno i moderati alle prossime elezioni amministrative ed europee? Se è facile prevedere che gli elettori di Forza Italia resteranno fedeli al partito fondato da Silvio Berlusconi, avendo come elemento aggregante l’essere parte della maggioranza che guida il Paese, per tutti gli altri l’interrogativo è lecito. La rottura fra Matteo Renzi e Carlo Calenda, ai vertici di Italia Viva e Azione che avrebbero dovuto rappresentare il pilastro del Terzo Polo, priva i moderati di una possibile “casa comune” in cui ritrovarsi, un soggetto politico che non si riconosce negli schieramenti esistenti. Ne abbiamo parlato con l’On. Ettore Rosato, nella passata legislatura vicepresidente della Camera ed ex Presidente di Italia Viva da cui è uscito il 1 ottobre del 2023. Oggi, è vicesegretario delegato all’organizzazione di Azione. «Renzi - spiega Rosato - ha scelto di rompere questo percorso. Aveva un’idea diversa che si chiama Centro. Legittimo. Ma, per me, non era la strada giusta. Bisognava crederci in un partito plurale, grande, ampio». Nonostante la separazione, Rosato crede ancora «alla necessità di un partito capace di essere aggregatore di riformisti moderati, popolari, che sappia aver coraggio di opporsi a questo scontro di due populismi, a destra e a sinistra, rappresentati plasticamente da una parte dalla promessa di abolire le accise e dall’altra dalla promessa di abolire la povertà». Per Azione, così come per Italia Viva, ora che sono separati, il primo importante banco di prova è rappresentato proprio dal voto di giugno in Europa dove si vota con la legge proporzionale: «Alla prossima legislatura - spiega Rosato - ci aspettiamo di arrivare con una pattuglia nutrita di europarlamentari». Fra le priorità, «riscrivere le regole. Basta con il potere di veto dei singoli stati, basta essere ostaggio dell’Ungheria di turno», ma anche la necessità di affrontare le sfide «senza ideologie», a partire dalla transizione verde dove « l’Europa ha dimostrato tutti i suoi limiti»...
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00:00|February 7, 2024