Il progetto dell’Ambasciata della democrazia di Zavidovici, nato nel ‘96, coinvolge istituzioni e associazioni cremonesi e bresciane. Lo racconta Agostino Zanotti
Agostino Zanotti è tornato sabato scorso dalla commemorazione della strage di Srebenica. Invitato come responsabile, per ben 10 anni, dell’Ambasciata della democrazia locale di Zavidovici. Viaggio in Bosnia numero non si sa, ma dovrebbe stare tra i 200 e i 300, in più di 30 anni di attività di aiuto a quella popolazione. Oggi Agostino ha 66 anni, è assessore all’ambiente e alla cultura di Roncadelle ed è portavoce dell’associazione “Rivolti ai Balcani” che segue, con progetti di aiuto e di ricerca, la rotta della migrazione balcanica. Ne parla con partecipazione. «Una rotta che viene percorsa tra grandi rischi – racconta – il primo dei quali è quello di non riuscire ad arrivare. I dati dicono che l’hanno conclusa in 21.520 migranti nel 2024, ma nei primi 6 mesi di quest’anno sono già 14.500 quelli che l’hanno percorsa e sono arrivati (a Trieste, in Austria comunque in Occidente)». «Le rotte partono da lontano – aggiunge – e non tutte arrivano a destinazione. Il percorso inizia da Turchia e Grecia, poi qualcuno prende la strada della Bulgaria e va su verso Bielorussia e Polonia dove vengono regolarmente fermati. In realtà, vengono fermati ovunque. Qualcun altro passa in Macedonia del nord e viene su per la Bosnia. La parte finale riguarda le località di Sarajevo, Bihac e Tuzla. La maggior parte dei migranti sono pachistani e afgani, alcuni vengono dal Marocco. Ma sul percorso troviamo anche sudamericani (cubani e venezuelani) che giungono facilmente in Serbia con un volo aereo sfruttando i visti facili. Poi, però, anche loro, devono mettersi per strada».
Che aiuto cercate di dare?
«Denunciare le violazioni delle convenzioni internazionali perché, sulla rotta, c’è una violenza sistematica, prodotta dal cosiddetto Regime delle frontiere. Da Frontex a tutte le polizie locali, attraverso un’avanzata tecnologia della sorveglianza, si tiene sotto controllo tutta la rotta. Non c’è solo filo spinato, c’è anche rilevamento visivo, visori notturni, elicotteri che pattugliano i confini (di provenienza italiana). Del resto, per carità, bisogna tenerli fuori, danno fastidio. E se muoiono lungo il viaggio, sono fatti loro»...
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11:56|July 18, 2025
Paolo Carini