Concluso il contest “L’Orientamento che vorrei. Tracce di futuro dalla voce degli studenti”
«Dobbiamo uscire dalla bolla nella quale siamo cresciuti. E bisogna farlo consapevolmente». Sta nelle parole di una delle vincitrici il senso ultimo del contest “L’Orientamento che vorrei”, organizzato da Informagiovani nella sua sede di via Palestro, in collaborazione con Associazione Industriali nell’ambito del Progetto GiovaniON, finanziato da Regione Lombardia e Anci. L’obiettivo del contest? Saper restituire, in seguito ad un accurato lavoro di gruppo, la propria idea di orientamento giovanile, spiegando le modalità e i tempi con cui questo dovrebbe aver luogo. Questo, oggi più che mai, rappresenta un nodo alla gola di tanti giovani, un tallone d’Achille che in pochi sanno proteggere e gestire con efficacia. Il turbinio di vita che colora gli ultimi anni dell’obbligo spesso finisce per distrarre i giovani, che si ritrovano sempre più frequentemente impegnati a terminare la scuola, invece di pensare al salto successivo.
Non si fraintenda, negli anni la Scuola Italiana ha dimostrato un certo interesse nel provare a fornire un orientamento che si rispetti agli studenti, ma ascoltandone i riscontri sembra esserci un certo “gap” generazionale a dividere chi l’orientamento cerca di darlo da chi invece dovrebbe riceverlo. Il tentativo da parte degli adulti di far scoppiare la “bolla di comodità e sicurezza” nella quale i ragazzi vivono a lungo è chiaro e giustificato dal bisogno che i giovani hanno di farsi già alle superiori un’idea chiara di ciò che potrebbe aspettarli nel futuro. Forse, però, si pecca nella comunicazione di queste prospettive. A dividerli sembra esservi un muro: se dalla parte dei “grandi” già avviati nel lavoro e nella vita regna l’incertezza su come aiutarli, dalla loro i ragazzi sono certi della non efficacia dei loro metodi...
Non si fraintenda, negli anni la Scuola Italiana ha dimostrato un certo interesse nel provare a fornire un orientamento che si rispetti agli studenti, ma ascoltandone i riscontri sembra esserci un certo “gap” generazionale a dividere chi l’orientamento cerca di darlo da chi invece dovrebbe riceverlo. Il tentativo da parte degli adulti di far scoppiare la “bolla di comodità e sicurezza” nella quale i ragazzi vivono a lungo è chiaro e giustificato dal bisogno che i giovani hanno di farsi già alle superiori un’idea chiara di ciò che potrebbe aspettarli nel futuro. Forse, però, si pecca nella comunicazione di queste prospettive. A dividerli sembra esservi un muro: se dalla parte dei “grandi” già avviati nel lavoro e nella vita regna l’incertezza su come aiutarli, dalla loro i ragazzi sono certi della non efficacia dei loro metodi...
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00:00|May 8, 2025