Ma l’aiuto umanitario ha portato a risultati “visibili”. Rosita Viola: «Il mio ultimo viaggio l’anno scorso: Paese diviso dalle tre entità costituenti»
«Sono stata per la prima volta a Zavidovici trent’anni fa: era il novembre del 1995, poco prima della fine della guerra. Con altri volontari di Brescia e Alba abbiamo accompagnato un convoglio di aiuti umanitari. In quella città ci ho vissuto per quasi 3 anni. Poi tanti viaggi, con molte persone per conoscere, intessere relazioni e progetti. L’ultimo viaggio l’anno scorso, con Agostino Zanotti, un volontario che non ha mai smesso di percorrere la “rotta balcanica”. Erano 6 anni che non tornavo e ho percepito tensione e depressione per la crisi economica e sociale, la disoccupazione, tanti giovani che emigrano. Un paese immobilizzato dalla gestione a tre delle entità costituenti, bosniaci, croati e serbi, dalla divisione territoriale sancita dagli Accordi di Dayton, dai nazionalismi che ancora imperversano e non sono sopiti. I riflettori sono spenti, l’Europa è ancora lontana. Sono tornata a Srebrenica, a Potocari, al memoriale, una ferita che sanguina. Ma ho incontrato ancora la forza delle donne di Srebrenica, che anni fa hanno voluto caparbiamente ritornare, ricostruire, la determinazione nel cercare giustizia, le testimonianze coraggiose per far emergere la verità sul genocidio, la ricerca continua di chi ancora manca alla ferocia conta di figli, mariti, familiari mai ritornati. Oggi come allora pochi seppero riconoscere nell’immediato quanto fosse accaduto. Poi Zavidovici, per me è una seconda casa». Rosita Viola oggi lavora con un’associazione di Parma che segue i migranti. Consigliere comunale, per due tornate assessore ai Servizi sociali, Rosita racconta con emozione di Davidovici, un’esperienza che ha segnato (in positivo) una parte della sua vita. Nel novembre 1995, in occasione del primo viaggio in Bosnia, Rosita Viola aveva solo 25 anni.
Nel 96 si sono messe insieme Istituzioni di Cremona, di Brescia e di Alba con associazioni di volontariato. Qual era l’obiettivo centrale di allora?
«Nel 1996 fu costituita l’Associazione per l’Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovici, i cui soci fondatori furono la Provincia di Cremona, il Comune di Cremllona, il Comune di Alba, l’Associazione Comuni Bresciani, il Coordinamento Bresciano iniziative di solidarietà per la ex Jugoslavia e tantissime altre associazioni di volontariato, sportive, scuole, sindacati, dei territori coinvolti in Italia. L’obiettivo principale fu quello di favorire la conoscenza e la comprensione reciproca e lo sviluppo della società civile per una coesistenza pacifica, tramite scambi e cooperazione inter-municipale. Principi fondativi, sottoscritti anche dai rappresentanti della città di Zavidovici, furono la lotta contro il razzismo, l'intolleranza e la xenofobia; l’impegno per favorire una società pluralista, multiculturale e multireligiosa; la promozione di un'informazione imparziale e pluralista; il supporto a progetti microeconomici, di sviluppo e di ricostruzione; l’impegno per un processo democratico attraverso azioni interculturali, di educazione ai diritti umani e alla pace. L’ADL a Zavidovici voleva essere soprattutto uno spazio di dialogo e di mediazione»...
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15:01|July 18, 2025
Paolo Carini