Giorgio Kayrouz, iscritto al corso di laurea in Studi internazionali a Trento: «Un riarmo da bilanciare con mano tremante»

Com’è lo sguardo di un giovane di fronte all’attuale situazione geopolitica europea? Abbiamo provato a capirlo da Giorgio Kayrouz, classe 2004, originario di Cremona, frequentante il secondo anno del corso di laurea in Studi internazionali, presso l’Università di Trento. «È una via di mezzo tra Scienze politiche e Relazioni internazionali – precisa –. Per l’Università italiana è considerato sotto la voce di Scienze politiche, ma ha un particolare taglio di tipo sociologico».
Parlando di attualità, come vede lo scenario europeo contemporaneo?
«Penso che sia una situazione complessa fatta di molti punti di vista, determinati anche da una serie di vicissitudini storiche delle singole nazioni. Basti pensare a Paesi come la Polonia o i Paesi baltici, che hanno avuto una storia travagliata verso la ricerca della propria sovranità nazionale e che sicuramente sono più spinti verso una politica che non mi vergogno a chiamare bellicista. Ma penso che la posizione europea sia fondamentalmente incoerente sotto certi punti di vista, perché spesso ci riempiamo la bocca di pacifismo, di rispetto dei diritti umani e quant’altro, ma poi, soprattutto negli ultimi anni, le attività concrete portate avanti da Bruxelles sono state molto più fondate su interessi geopolitici piuttosto che su una vera e propria coerenza ideologica. E questo, secondo me, è un po’ un segno di instabilità del sistema, il che mi lascia abbastanza perplesso». ...
Parlando di attualità, come vede lo scenario europeo contemporaneo?
«Penso che sia una situazione complessa fatta di molti punti di vista, determinati anche da una serie di vicissitudini storiche delle singole nazioni. Basti pensare a Paesi come la Polonia o i Paesi baltici, che hanno avuto una storia travagliata verso la ricerca della propria sovranità nazionale e che sicuramente sono più spinti verso una politica che non mi vergogno a chiamare bellicista. Ma penso che la posizione europea sia fondamentalmente incoerente sotto certi punti di vista, perché spesso ci riempiamo la bocca di pacifismo, di rispetto dei diritti umani e quant’altro, ma poi, soprattutto negli ultimi anni, le attività concrete portate avanti da Bruxelles sono state molto più fondate su interessi geopolitici piuttosto che su una vera e propria coerenza ideologica. E questo, secondo me, è un po’ un segno di instabilità del sistema, il che mi lascia abbastanza perplesso». ...
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00:00|March 20, 2025
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