Nuovo appuntamento con la rubrica di Roberto Codazzi, L'altro violino
La maggior parte di voi conoscerà e avrà visto Luci della ribalta, un film/capolavoro del 1952 in cui Charlie Chaplin attraverso la figura del clown Calvero teorizza il dramma dell’invecchiamento per un artista che inizia a perdere il rapporto col pubblico e col palcoscenico, fino alla scena finale in cui il comico frana nella buca d’orchestra, e gli spettatori applaudono di gusto pensando che si tratti di un eccesso di foga attoriale, invece è un malore che gli sarà fatale. Ebbene, se invecchiare bene è un’arte in generale, lo è a maggior ragione per coloro che lavorano nel campo dello spettacolo. Alle volte è molto difficile, specie per coloro che basano il successo sul vigore fisico o sulla voce. Pensiamo alla depressione che colpì per esempio un artista come Vittorio Gassman, che sulla prestanza, oltre che sulla straordinaria bravura, aveva costruito il proprio mito. Per i cantanti è ancora più dura perché col trascorrere del tempo viene solitamente meno anche il mezzo che è strumento di lavoro e di successo: la voce. Se poi parliamo di artisti che hanno fatto del travestimento il loro cavallo di battaglia, quando passano gli anni il confine tra arte e cattivo gusto è davvero sottile....
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00:00|May 2, 2024
Roberto Codazzi