Tommaso Favagrossa, casalasco, è lo sceneggiatore del film "Patagonia" premiato al Festival di Locarno
Ha “accenti” casalaschi, il film “Patagonia” di Simone Bozzelli recentemente premiato al Festival del Cinema di Locarno. Lo sceneggiatore di questa pellicola brillante, coraggiosa ed ambiziosa, prodotta da Wildside, Vision Distribution e Rai Cinema (in collaborazione con Sky) è infatti, Tommaso Favagrossa, casalasco classe ‘94.
Tommaso, quando ha capito che il cinema - da passione - si sarebbe trasformata in una professione?
«In verità non è una professione, nemmeno ora. Innanzitutto per mia volontà, nel senso che come “primo lavoro”vorrei dedicarmi all’insegnamento nelle scuole e tenere la sceneggiatura un po’ come passione/hobby parallela un po’ come “secondo lavoro”. È una cosa, questa, che mi è stata chiara sin da quando, al termine del percorso triennale di studi al Centro Sperimentale di Cinematografia, ho sentito la necessità di continuare il mio percorso di studi iscrivendomi a una laurea magistrale in Lettere. Le motivazioni sono tutte personali e forse sbagliate, ma hanno a che fare con lo stimolo creativo (un po’ totalizzante) che sento quando mi dedico a un progetto di scrittura: per essere uno sceneggiatore di professione (almeno all’inizio quando non si è “nessuno”, e sempre ammesso che si diventi mai “qualcuno”) bisogna essere in grado di lavorare (se si vuole “campare”) a più progetti contemporaneamente. Ecco, questo io, al momento, non credo né di saperlo né di volerlo fare; pochi progetti, in cui mi sento pienamente coinvolto (non potrei fare altrimenti) e che non si accavallino, ma che mi permettano di lavorarci (e, soprattutto, di vivere), per quanto possibile, serenamente e per tutto il tempo necessario. Non voglio che dalle mie “pulsioni creative” dipenda la mia stabilità economica, ecco»....
Tommaso, quando ha capito che il cinema - da passione - si sarebbe trasformata in una professione?
«In verità non è una professione, nemmeno ora. Innanzitutto per mia volontà, nel senso che come “primo lavoro”vorrei dedicarmi all’insegnamento nelle scuole e tenere la sceneggiatura un po’ come passione/hobby parallela un po’ come “secondo lavoro”. È una cosa, questa, che mi è stata chiara sin da quando, al termine del percorso triennale di studi al Centro Sperimentale di Cinematografia, ho sentito la necessità di continuare il mio percorso di studi iscrivendomi a una laurea magistrale in Lettere. Le motivazioni sono tutte personali e forse sbagliate, ma hanno a che fare con lo stimolo creativo (un po’ totalizzante) che sento quando mi dedico a un progetto di scrittura: per essere uno sceneggiatore di professione (almeno all’inizio quando non si è “nessuno”, e sempre ammesso che si diventi mai “qualcuno”) bisogna essere in grado di lavorare (se si vuole “campare”) a più progetti contemporaneamente. Ecco, questo io, al momento, non credo né di saperlo né di volerlo fare; pochi progetti, in cui mi sento pienamente coinvolto (non potrei fare altrimenti) e che non si accavallino, ma che mi permettano di lavorarci (e, soprattutto, di vivere), per quanto possibile, serenamente e per tutto il tempo necessario. Non voglio che dalle mie “pulsioni creative” dipenda la mia stabilità economica, ecco»....
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00:00|November 2, 2023
Lorenzo Costa