Confesercenti. Gaia Fortunati: «Dallo Stato ci aspetteremmo politiche proattive»
Confesercenti rappresenta il cuore pulsante delle nostre città, una realtà associativa strutturata, solida, che rappresenta decine di aziende che lavorano da anni nel nostro capoluogo. Ma se da un lato vi sono botteghe storiche che chiudono per mancanza di eredi, impoverendo l’offerta commerciale, dall’altro le attività faticano a trovare personale qualificato e motivato. Facce diverse di un’unica medaglia.
Presidente Fortunati, stiamo assistendo al collasso di un modello di business?
«Vorrei subito fare un distinguo tra lavori in via di estinzione che non vengono più tramandati, né insegnati e quelli di difficile reperibilità, perché determinano un sacrificio importante, come turni di lavoro impegnativi, o nel weekend, oppure vengono esclusi perché non ci si vuole assumere il rischio della partita Iva. Nel primo gruppo metterei i calzolai, le sarte, i liutai, gli spazzacamini e addirittura le commesse - perché oggi con l’e-commerce, anche l’addetto alle vendite serve a poco - e nel secondo i ristoratori, i baristi, le Oss, i manutentori delle strade ma anche molti altri. Dal Covid sono emerse figure nuove e l’online imperversa. Non solo. Non ci si accontenta più di un lavoro di abbrivio: i ragazzi vogliono trovarne subito uno ben remunerato e senza gavetta, e talvolta si sfiora il paradosso per cui si vedono giovani divertirsi nel weekend e cinquantenni costretti al doppio lavoro per pagare le bollette»...
Presidente Fortunati, stiamo assistendo al collasso di un modello di business?
«Vorrei subito fare un distinguo tra lavori in via di estinzione che non vengono più tramandati, né insegnati e quelli di difficile reperibilità, perché determinano un sacrificio importante, come turni di lavoro impegnativi, o nel weekend, oppure vengono esclusi perché non ci si vuole assumere il rischio della partita Iva. Nel primo gruppo metterei i calzolai, le sarte, i liutai, gli spazzacamini e addirittura le commesse - perché oggi con l’e-commerce, anche l’addetto alle vendite serve a poco - e nel secondo i ristoratori, i baristi, le Oss, i manutentori delle strade ma anche molti altri. Dal Covid sono emerse figure nuove e l’online imperversa. Non solo. Non ci si accontenta più di un lavoro di abbrivio: i ragazzi vogliono trovarne subito uno ben remunerato e senza gavetta, e talvolta si sfiora il paradosso per cui si vedono giovani divertirsi nel weekend e cinquantenni costretti al doppio lavoro per pagare le bollette»...
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00:00|June 19, 2025