«Burocrazia? Noi fanalino di coda dei Paesi Ocse»
Oggi si osserva un fenomeno che sembra quasi paradossale. Da un lato, si tutela l’alto valore culturale di mestieri antichi, simboli del “saper fare” italiano; dall’altro, si vive una crisi acuta di manodopera in settori cruciali perché percepiti solo per la loro fatica.
Dottor Parma, dal suo punto di vista alla guida della Cna, c’è una radice comune, legata a una svalutazione culturale generalizzata del lavoro, o si tratta di due fenomeni distinti?
«Se alcuni mestieri, quelli tradizionali, diventano sempre meno comuni, emergono tuttavia indicatori che spiegano come si sia arrivati a questo. La prima causa è da ricercarsi nella digitalizzazione, nell’automazione, nel cambiamento nelle preferenze dei consumatori. Altre, ugualmente importanti e cicliche, sono da ricercare nel passaggio generazionale e nel mismatch tra domanda di personale specializzato delle imprese e offerta del mercato. Il settore artigiano, nel suo complesso, continua a lamentare una scarsa attrattiva sui giovani e sempre più imprenditori del comparto sono costretti a cessare l’attività per mancanza di eredi: questo porta a un’immediata perdita di posti di lavoro e ad una silente, ma determinante perdita di know-how. Quando una bottega chiude, sparisce una parte di quel saper fare e di aziende che costituiscono l’ossatura dell’Italia e che garantiscono l’allungamento della vita di beni durevoli, in controtendenza con l’usa e getta odierno per cui costa meno cambiare che riparare»...
«Se alcuni mestieri, quelli tradizionali, diventano sempre meno comuni, emergono tuttavia indicatori che spiegano come si sia arrivati a questo. La prima causa è da ricercarsi nella digitalizzazione, nell’automazione, nel cambiamento nelle preferenze dei consumatori. Altre, ugualmente importanti e cicliche, sono da ricercare nel passaggio generazionale e nel mismatch tra domanda di personale specializzato delle imprese e offerta del mercato. Il settore artigiano, nel suo complesso, continua a lamentare una scarsa attrattiva sui giovani e sempre più imprenditori del comparto sono costretti a cessare l’attività per mancanza di eredi: questo porta a un’immediata perdita di posti di lavoro e ad una silente, ma determinante perdita di know-how. Quando una bottega chiude, sparisce una parte di quel saper fare e di aziende che costituiscono l’ossatura dell’Italia e che garantiscono l’allungamento della vita di beni durevoli, in controtendenza con l’usa e getta odierno per cui costa meno cambiare che riparare»...
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00:00|June 19, 2025