Ogni settimana su Mondo Padano il consiglio di lettura di Microcosmi (Itinerari di lettura)
Arriva come un fulmine a ciel sereno, all’inizio è un’intuizione limpida ma fugace, si nasconde tra mille pensieri, genera eccitazione e sgomento, terrore e insicurezza: è il desiderio di avere un figlio che, rimasto latente fino al giorno prima, si insinua silenziosamente nella mente, trova sfogo nella gestualità quotidiana, diviene il fine a cui tendere, raggiunge il suo culmine fino ad esplodere e d’un tratto, senza quasi accorgersene, è lì che ti fa dire: se prima eravamo in due...
A Claudia, paladina del veganismo, sempre pronta a sacrificare la propria vita pur di annientare qualsiasi forma di alimentazione carnivora sul pianeta, e a Fausto (se ve lo state chiedendo, sì, Fausto Brizzi, proprio lui, il regista e scrittore che già ci aveva deliziato nel suo “Ho sposato una vegana”) è successo proprio così, dopo due anni di tentativi folli e disperati ci sono riusciti, hanno coronato il loro sogno, sono diventati genitori. Quello che sembrava il fine ultimo si trasforma subito in una entusiasmante partenza, Fausto Brizzi si interroga sul ruolo (davvero secondario?) del padre, la cui figura viene arbitrariamente dichiarata marginale dopo il primo, primordiale contatto tra madre e figlio, così da trasformare l’agognato numero tre in un temibile avversario perché si sa “due contro uno è scorretto”. Con ironia, arguzia e brio, la famiglia Brizzi ci intrattiene con le sue rocambolesche avventure in un libro che prende via via le sembianze di una vera e propria dichiarazione d’amore per Claudia e per la piccola Penelope Nina, il cui nome è stato anch’esso vittima di un’aspra contesa. Una lettura divertentissima che non ha la pretesa di insegnare come diventare genitori, anzi, sembrerebbe dirci proprio il contrario, che “il problema principale della vita è che, come la paternità, siamo costretti ad affrontarla senza possedere il libretto delle istruzioni”, ciò nonostante si impara strada facendo e contro ogni previsione tutto avviene con una naturalezza in grado di togliere il fiato.
A Claudia, paladina del veganismo, sempre pronta a sacrificare la propria vita pur di annientare qualsiasi forma di alimentazione carnivora sul pianeta, e a Fausto (se ve lo state chiedendo, sì, Fausto Brizzi, proprio lui, il regista e scrittore che già ci aveva deliziato nel suo “Ho sposato una vegana”) è successo proprio così, dopo due anni di tentativi folli e disperati ci sono riusciti, hanno coronato il loro sogno, sono diventati genitori. Quello che sembrava il fine ultimo si trasforma subito in una entusiasmante partenza, Fausto Brizzi si interroga sul ruolo (davvero secondario?) del padre, la cui figura viene arbitrariamente dichiarata marginale dopo il primo, primordiale contatto tra madre e figlio, così da trasformare l’agognato numero tre in un temibile avversario perché si sa “due contro uno è scorretto”. Con ironia, arguzia e brio, la famiglia Brizzi ci intrattiene con le sue rocambolesche avventure in un libro che prende via via le sembianze di una vera e propria dichiarazione d’amore per Claudia e per la piccola Penelope Nina, il cui nome è stato anch’esso vittima di un’aspra contesa. Una lettura divertentissima che non ha la pretesa di insegnare come diventare genitori, anzi, sembrerebbe dirci proprio il contrario, che “il problema principale della vita è che, come la paternità, siamo costretti ad affrontarla senza possedere il libretto delle istruzioni”, ciò nonostante si impara strada facendo e contro ogni previsione tutto avviene con una naturalezza in grado di togliere il fiato.
DA MONDOPADANO DEL 2 GIUGNO 2017
00:00|July 13, 2017
Microcosmi