La ricercatrice Alessandra Fontana spiega le sperimentazioni in corso all’interno del Distas. Fra Piacenza e Cremona si studiano le applicazioni degli scarti di lavorazione casearia
Potremmo far partire tutto da due semplici constatazioni: attualmente, sul nostro pianeta una cosa sta diminuendo e due stanno aumentando. La prima, quella che cala, è la disponibilità di carburanti fossili; le altre due, quelle che crescono, sono l’inquinamento globale e gli scarti ad alto contenuto organico provenienti da svariati processi produttivi. Aggiungiamo che questo materiale organico possiede ancora un carico importante di energia. Ora uniamo questi “puntini” e vediamo che se riuscissimo a estrarre energia da questi residui organici limiteremmo l’uso di carburanti fossili, favoriremmo il rallentamento dell’inquinamento globale, e ridurremmo gli scarti.
Per una volta, il condizionale non è d’obbligo, perché questi processi di estrazione di energia da materiali organici, già avvengono da tempo ma, come tutti i processi, hanno necessità di continui perfezionamenti e miglioramenti, attraverso attività di ricerca scientifica e innovazione tecnologica. È in questa direzione che sta andando il Distas – Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari per una filiera agro-alimentare sostenibile – dell’Università Cattolica di Piacenza e Cremona...
Per una volta, il condizionale non è d’obbligo, perché questi processi di estrazione di energia da materiali organici, già avvengono da tempo ma, come tutti i processi, hanno necessità di continui perfezionamenti e miglioramenti, attraverso attività di ricerca scientifica e innovazione tecnologica. È in questa direzione che sta andando il Distas – Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari per una filiera agro-alimentare sostenibile – dell’Università Cattolica di Piacenza e Cremona...
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00:00|July 1, 2021