Fondazione LGH E.T.S. e Istituto Spallanzani insieme per promuovere le bioenergie. Grazie alle microalghe, agricoltura e zootecnia possono diventare sempre più sostenibili
“Servirà tempo prima di arrivare alla fornitura di energia prodotta in questa maniera per il mercato, e voglio che questo sia chiaro. Oggi, però, abbiamo dimostrato che può essere fatto”: sono le parole di Kim Budil, direttorice del Federal Lawrence Livermore National Laboratory, in California, struttura del governo statunitense per la fusione nucleare: il laboratorio ha prodotto circa 3,15 Megajoule rispetto ai 2,05 immessi. Ed è questo il risultato importante: significa che per la prima volta si è prodotta più energia di quanta utilizzata per la sua reazione, realizzando il cosiddetto guadagno netto, sogno inseguito dalla scienza per molti decenni. Una rivoluzione verde più a portata di mano, invece, è quella che ha coinvolto, qualche mese fa, Fondazione LGH e l’Istituto Spallanzani di Rivolta d’Adda, dalla cui collaborazione è nata un progetto per lo sviluppo delle bioenergie. Un vero e proprio modello per il territorio cremonese che rappresenta l’attuazione dei propositi di riduzione delle emissioni di CO2 e di sviluppo sostenibile.
La collaborazione fra la Fondazione LGH e l’Istituto Spallanzani ha l’obiettivo di «applicare la biotecnologia microalgale per la rimozione di azoto dalla frazione liquida del digestato di origine agricola e valorizzare la biomassa microalgale ottenuta nella composizione di biostimolanti»...
La collaborazione fra la Fondazione LGH e l’Istituto Spallanzani ha l’obiettivo di «applicare la biotecnologia microalgale per la rimozione di azoto dalla frazione liquida del digestato di origine agricola e valorizzare la biomassa microalgale ottenuta nella composizione di biostimolanti»...
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00:00|December 29, 2022
Stefano Frati