Nella prima gara casalinga la Cremo ha ritrovato il suo bomber, oggi ancora più forte
Il calcio, in Lega Pro, non segue le mode. A fare strada sono i giocatori in grado di fare bene, con metodo e costanza, le cose semplici. Andrea Brighenti è uno che su questi campi si è fatto un nome partendo proprio così: sempre attento, nel posto giusto, preciso quando capita la palla da spingere in fondo al sacco. Normale dunque che anche quest’anno il primo successo del campionato grigiorosso porti la sua (doppia) firma: due palloni buoni, due gol. Senza esitazioni. Esattamente quello che lo Zini si aspetta da lui. Il solito Brighenti, insomma. E invece no. Questo è più del solito Brighenti.
Il gol segnato a maggio contro il Cuneo era davvero l’ultimo. Alla fine il capitano aveva salutato, commosso ma senza darlo troppo a vedere. Era finita.
Però è ricominciata. Non come il perdono dopo una scappatella, perché la voglia di Serie B del bomber non è mai stata un tradimento. No, la doppietta contro il Renate è come un rinnovamento delle promesse nuziali: Andrea ha scelto la Cremo perché il panorama della B che gli ha aperto le porte non gli è sembrato poi tanto meglio, e anche un po’ perché le regole del mercato guardano il curriculum e la carta d’identità senza badare a quei dettagli che, invece, possono fare la differenza in tutte le categorie. Come un controllo di palla in corsa, sotto pressione, con la caviglia morbida, il piede sensibile e lo sguardo alla porta. A Viterbo è sembrato prendere le misure, ma qui, nel suo stadio, dopo 5 minuti, il capitano ha già anticipato l’ultimo difensore. Segnerebbe, invece lo abbattono con i piedi sulla linea dell’area. Nemmeno rigore. Al quarto d’ora, però, non ci sono scuse: Brighe mette giù palla e mentre quattro difensori cercano di capire il rimpallo lui è già davanti al portiere. Prima palla buona: uno a zero.
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Il gol segnato a maggio contro il Cuneo era davvero l’ultimo. Alla fine il capitano aveva salutato, commosso ma senza darlo troppo a vedere. Era finita.
Però è ricominciata. Non come il perdono dopo una scappatella, perché la voglia di Serie B del bomber non è mai stata un tradimento. No, la doppietta contro il Renate è come un rinnovamento delle promesse nuziali: Andrea ha scelto la Cremo perché il panorama della B che gli ha aperto le porte non gli è sembrato poi tanto meglio, e anche un po’ perché le regole del mercato guardano il curriculum e la carta d’identità senza badare a quei dettagli che, invece, possono fare la differenza in tutte le categorie. Come un controllo di palla in corsa, sotto pressione, con la caviglia morbida, il piede sensibile e lo sguardo alla porta. A Viterbo è sembrato prendere le misure, ma qui, nel suo stadio, dopo 5 minuti, il capitano ha già anticipato l’ultimo difensore. Segnerebbe, invece lo abbattono con i piedi sulla linea dell’area. Nemmeno rigore. Al quarto d’ora, però, non ci sono scuse: Brighe mette giù palla e mentre quattro difensori cercano di capire il rimpallo lui è già davanti al portiere. Prima palla buona: uno a zero.
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00:00|September 9, 2016
Filippo Gilardi