«Se mi ci vedo? New York è sempre accesa, sempre viva. Mi strapiace». Volando da via Postumia a Brooklyn e Manatthan, Nicholas Esposito non ha subito i contraccolpi del jet leg. A inizio anno il giovane pugile cremonese ha staccato il primo biglietto aereo per gli States. «Una chiamata inaspettata», racconta. Certo, il ragazzo che oggi combatte per la Apot di Milano sta mettendo in fila risultati importanti che lo hanno messo in evidenza nel panorama nazionale. A volte però è l’incontro in un giorno di allenamento come tanti a cambiare le rotte della vita sportiva di un atleta. «Un giorno in palestra con noi si è allenato Paulie Malignaggi, alias “Magic Man”, professionista americano già campione del mondo superleggeri e welter, accompagnato dal suo promoter». Il manager si guarda attorno, chiede informazioni e tra le mani gli capita il filmato della grande prova di Nicholas ad un torneo svizzero. «Si è aperta la possibilità di volare negli States, ma poi la chiamata non arrivava. Pensavo non se ne sarebbe fatto nulla...». Invece il 28 dicembre il telefono squilla. «Il 16 gennaio ero a Brooklyn. Un allenatore mi ha ospitato a casa sua».
Poco tempo per i selfie: allenamento e riposo. Poi di nuovo guantoni e sudore. «A New York il pugilato è un po’ come il calcio da noi, la gente paga decine di dollari per vedere gli incontri in pay-per-view».
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Poco tempo per i selfie: allenamento e riposo. Poi di nuovo guantoni e sudore. «A New York il pugilato è un po’ come il calcio da noi, la gente paga decine di dollari per vedere gli incontri in pay-per-view».
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00:00|March 11, 2016
Filippo Gilardi