Sottomarino “Enrico Toti”. Da 20 anni al Museo della Scienza e della Tecnologia. Marco Iezzi: «Migliaia di visitatori all’anno»
La meta finale, dopo aver percorso 93 chilometri nelle campagne cremonesi e cremasche, è stata il Museo Nazionale scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di via Olona a Milano. Il sottomarino Toti varcò il cancello alle 6,30 di giovedì 14 agosto del 2005. Vent’anni fa. Da allora (le visite erano iniziate già nel dicembre dello stesso anno) è uno dei ‘pezzi forti’, uno «degli oggetti più ammirati e fotografati tra le collezioni del Museo».
La recente riapertura al pubblico, a seguito di un primo intervento di riqualificazione delle aree esterne del Museo, propone un’esperienza di visita arricchita da nuovi pannelli didascalici, pensati anche per la fruizione da parte persone cieche e ipovedenti grazie all’integrazione di un modello tridimensionale, una tavola tattile con la sezione del sottomarino e dei suoi ambienti, testi in braille e QR code con audio di accompagnamento all’esplorazione.
Dopo 20 anni, il Toti rimane «una delle nostre icone», conferma Marco Iezzi, curatore trasporti del Museo e colui che da anni lavora anche con e per il sottomarino. «Possiamo tranquillamente affermare che il Toti ha ‘aiutato’ il nostro Museo: migliaia i visitatori, provenienti anche dall’estero. Gente di ogni età, famiglie, comitive organizzate. Certo, anche l’interno è visitabile: va solo tenuto conto dello spazio, che è limitato».
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18:49|July 31, 2025